Epifania . . .fra leggenda ,tradizione e storia

Buon 2013 a te che leggi, come è andata la tua Epifania ? La Nostra benissimo.
In San Cesario di Lecce ,sono stati  vari gli eventi che hanno caratterizzato questa giornata sia per grandi e piccini, questo giorno è rinomato perchè arriva un personaggio che fa felice i bambini , quanti si sono svegliati l'altra  mattina  per trovare nella calza qualche dono di varie specialità dolciarie e non.
La  Befana, chi è questo allegorico personaggio ? ...storia, riti e leggenda
Ecco un pò di storia
Anticamente la dodicesima notte dopo il solstizio invernale, si celebrava la morte e la rinascita della natura, attraverso la figura pagana di Madre Natura. I Romani credevano che in queste dodici notti, figure femminili volassero sui campi appena seminati per propiziare i raccolti futuri. A guidarle secondo alcuni era Diana, dea lunare legata alla vegetazione, secondo altri una divinità minore chiamata Satia (sazietà) o Abundia (abbondanza). La Chiesa condannò con estremo rigore tali credenze, definendole frutto di influenze sataniche. Queste sovrapposizioni diedero origine a molte personificazioni che sfociarono nel Medioevo nella nostra Befana, il cui aspetto, benché benevolo, è chiaramente imparentato con la personificazione della strega. La Befana era attesa con ansia ma anche con preoccupazione, poiché era portatrice non solo di doni ma anche di castigo ( i doni per i buoni, il carbone per i cattivi ). Fino a non molti decenni fa la vera festa dei bambini era proprio l’Epifania, il giorno in cui arrivavano i giocattoli che spesso erano fatti in casa con materiale d’occasione. Poi col passare del tempo Babbo Natale e il suo consumismo hanno preso il sopravvento e la Befana ha passato “ un brutto quarto d’ora…” tanto che la sua festa fu addirittura abolita per legge di Stato nel 1977, ma a furor di popolo, fu reintrodotta nel 1985. La festa dell’Epifania in Italia racconta la prima “epifaneia” (tradotto, dal greco, in manifestazione) del Cristo in occasione del suo battesimo nel Giordano. Ma anche il primo miracolo delle nozze di Cana e l’adorazione dei Re Magi, sacerdoti persiani. Oggigiorno è proprio l’ultimo evento ad essere maggiormente ricordato, senza entrare nel lungo dibattito verità o finzione della storia tramandatasi nei secoli. La Befana è una figura che si è venuta ad imporre nel bagaglio culturale italiano: la brutta ma buona vecchietta dal naso adunco e brufoloso che viaggia a cavallo di una scopa. Rimane il detto “ L’Epifania tutte le feste si porta via ”: recitava così il vecchio adagio che esplicitava la fine delle feste natalizie a favore di un ritorno della quotidianità feriale. Ma la Befana italiana, così amata dai bambini ma così temuta dai grandi, raccoglie in sé tradizioni e misteri che raccontano superstizioni e riti benaugurati. L’Epifania è anche l’occasione per praticare una serie di riti propiziatori. Molte regioni sono accomunate dall’usanza di bruciare la vecchia: un enorme pupazzo in legna e stracci sottoposto a simpatico rogo, che portasse buon auspicio per il raccolto nei campi e che esorcizzasse tutti i problemi dell’anno da poco concluso. Non solo raccolto e campagna, l’Epifania porterebbe fortuna anche nel campo amoroso. La dodicesima notte dopo Natale è anche quella dei “ Befani ”. In Toscana, questi sarebbero dei fidanzati in prova, scelti da chi rinveniva all’interno di una focaccia una fava secca che incoronava lo stesso Re o Regina della Fava: a lui o a lei il piacere di decidere il proprio partner gettando la fava nel bicchiere del prescelto. Nel Molise, invece, l’uomo della propria vita potrebbe apparire in sogno alle nubili del luogo. E prima di andare a dormire, una preghiera di buon auspicio: “ Pasqua Bbefania, Pasqua buffate, manneme ‘nzine (in sogno) quille ca Die m’è destinate ”. L’iconografia della vecchietta è un gonnellone scuro ed ampio, un grembiule con le tasche, uno scialle, un fazzoletto o un cappellaccio in testa, un paio di ciabatte consunte, il tutto vivacizzato da numerose toppe colorate. Vola sui tetti a cavallo di una scopa e compie innumerevoli prodigi. A volte, è vero, lascia un po’ di carbone ( forse perché è nero come l’inferno o forse perché è simbolo dell’energia della terra ), ma in fondo non è cattiva. Fata, maga, generosa e severa… ma chi è, alla fine ? Bisogna tornare al tempo in cui si credeva che nelle dodici notti fantastiche figure femminili volassero sui campi appena seminati per propiziare i raccolti futuri. Gli antichi Romani pensavano che a guidarle fosse Diana, dea lunare legata alla vegetazione, altri invece una divinità misteriosa chiamata Satia (dal latino satiaetas, sazietà) o Abundia (da abundantia). La Chiesa condannò con estremo rigore tali credenze, definendole frutto di influenze sataniche, ma il popolo non smise di essere convinto che tali vagabondaggi notturni avvenissero. Tali sovrapposizioni diedero origine a molte personificazioni diverse che sfociarono, nel Medioevo, nella nostra Befana. C’è chi sostiene che è vecchia e brutta perché rappresenta la natura ormai spoglia che poi rinascerà e chi ne fa l’immagine dell’anno ormai consunto che porta il nuovo e poi svanisce. Il suo aspetto laido, rappresentazione di tutte le passate pene, assume cosi una funzione apotropaica e lei diventa figura sacrificale. E a questo può ricollegarsi l’usanza di bruciarla. Inoltre, in molte case, per attirare benevolmente la befana, è tradizione lasciare un piattino con qualcosa con cui possa ristorarsi: generalmente si tratta di un mandarino, un’acciuga, un pezzo di aringa affumicata o qualche cipollina sotto aceto e un bicchiere di vino rosso. Nel caso i bambini siano stati buoni, il contenuto delle calze sarà composto da caramelle e cioccolatini, caramelle alla frutta, mandarini, noci, frutta secca e piccoli regali, in caso contrario conterranno carbone ( oggi si usa un preparato in zucchero colorato di nero a forma di carbone e molto duro da masticare ).






 

Commenti

Post popolari in questo blog

Soleto| Passeggiando tra i Presepi: X Edizione del Presepe di San Francesco

LEQUILE: Dragoni i festeggiamenti della Madonna della Stella

LEQUILE: San Vito ,Un paese sotto la protezione di questo piccolo grande Santo .